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Bronchiolite, che cos’è, come si cura e come avviene il contagio

È un’infezione virale acuta che colpisce i bronchi provocandone l’infiammazione ed è la prima causa di ospedalizzazione nel lattante.

Che cos’è la bronchiolite

La bronchiolite è un’infezione virale acuta che colpisce la parte finale dei bronchi, i cosiddetti bronchioli terminali, provocandone l’infiammazione e la congestione. È frequente nei bambini con meno di un anno, con un picco di incidenza tra i 2 e i 6 mesi d’età, soprattutto nel periodo tra novembre e marzo. La causa più frequente è il virus respiratorio sinciziale (VRS), ma può essere provocata anche da altri virus, come metapneumovirus, rinovirus, virus influenzali e parainfluenzali.

Come avviene il contagio

Il contagio avviene molto rapidamente da persona a persona, attraverso le goccioline che vengono emesse con la saliva, la tosse, gli starnuti o anche semplicemente parlando.

Il virus può sopravvivere numerose ore sulle superfici (tavoli, maniglie delle porte, cellulari, tastiere dei PC) e si può contrarre anche toccando giocattoli o altri materiali contaminati. Per questo motivo, si diffonde rapidamente dove ci sono gruppi di piccoli come negli asili.

Un bambino con bronchiolite è molto contagioso ed è bene che stia lontano da altri neonati e persone immunodepresse o suscettibili a infezioni respiratorie, fino alla scomparsa dei sintomi. Nei soggetti sani e negli adulti il virus si manifesta con un semplice raffreddore e non è pericoloso. Più a rischio sono invece i neonati e i bambini sotto i 6 mesi soprattutto se presentano fattori di rischio associati quali:
• la prematurità (nascita < 37 settimana)
• il basso peso alla nascita
• le cardiopatie congenite
• la displasia broncopolmonare
• la fibrosi cistica
• le anomalie congenite delle vie aeree
• le immunodeficienze

I sintomi

I sintomi iniziali della bronchiolite sono molto simili a quelli di un raffreddore, quindi naso chiuso, muco, starnuti, inappetenza e tosse. Questa malattia ha un decorso molto rapido e in poche ore possono subentrare difficoltà respiratorie, che si manifestano con respiro affannoso, accelerato o rumoroso con fischi o sibili, accompagnati da tosse, difficoltà nell’alimentazione, vomito, irritabilità e febbre. La malattia raggiunge il suo apice nei primi giorni, ma la tosse può richiedere diverse settimane per risolversi.

Diagnosi e cura

La diagnosi di bronchiolite è principalmente clinica. Il pediatra potrà verificare la malattia con un esame obiettivo e monitorando l’evolversi dei sintomi. Talvolta può essere richiesta una radiografia del torace, degli esami del sangue e il tampone faringeo per individuare il virus responsabile. Si risolve il più delle volte senza conseguenze e in modo spontaneo, in circa 10 giorni. Alcuni piccolini, specialmente con meno di sei mesi, possono necessitare di ricovero, se hanno difficoltà a idratarsi a sufficienza e, soprattutto, faticano a respirare. Verrà quindi misurata la saturazione attraverso pulsossimetro: la saturazione arteriosa non deve essere inferiore a 92-94%.

La bronchiolite è una malattia virale per cui non ci sono terapie specifiche e, soprattutto, non servono gli antibiotici, se non c’è sovrapposizione batterica. La gestione della malattia prevede in ospedale l’ossigenoterapia e l’idratazione anche per via endovenosa, a casa l’uso di antipiretici, per abbassare la febbre, frequenti lavaggi nasali ed eventualmente terapia aerosolica con soluzione ipertonica al 3%, per liberare le fosse nasali dalle secrezioni mucose. Il pediatra, inoltre, potrebbe consigliare l’uso di broncodilatori per via inalatoria associato a terapia cortisonica per bocca.

Se il neonato è allattato con latte materno, la fatica respiratoria potrebbe rendere la suzione al seno più difficoltosa, in questi casi è consigliabile offrire il seno più spesso o proporre la somministrazione del latte materno estratto tramite il biberon.
È necessario chiamare il 118 o andare subito al Pronto Soccorso se il bambino presenta grave difficoltà respiratoria soprattutto se associata a febbre e difficoltà nell’alimentazione .

Come si previene

Per prevenire la bronchiolite è importante fare attenzione all’igiene. Si consiglia di:
• lavarsi le mani prima di toccare o prendere in braccio il bambino
• non toccarsi occhi, bocca e naso mentre si accudisce il piccolo
• in caso di raffreddore indossare una mascherina per stare vicino al bambino
• pulire con frequenza le superfici contaminate (giochi, seggiolone, tavoli)
• aerare spesso l’ambiente
• non esporre il bambino a fumo passivo

Non esiste una vaccinazione specifica. Fino a poco tempo fa l’unica misura preventiva efficace per il virus respiratorio sinciziale utilizzata in Italia era l’anticorpo monoclonale Palivizumab, indicato soprattutto per la prevenzione delle forme più gravi dell’infezione nei nati pretermine. La terapia andava eseguita mensilmente per l’intera stagione costringendo il piccolo a sottoporsi a 5 iniezioni.
Da novembre partirà in Regione Lombardia la campagna di immunizzazione anti RSV per i nuovi nati con un innovativo anticorpo monoclonale: il Nirsevimab (Beyfortus). Il farmaco verrà somministrato per via intramuscolo sulla parte anterolaterale della coscia. La profilassi sarà erogata dai punti nascita prima della dimissione dall’ospedale. Nel caso in cui non venga eseguita in ospedale, l’immunizzazione si potrà fare nel centro vaccinale di competenza contestualmente alla prima dose di esavalente e anti-pneumococco.
Per i bambini nati dal 1/01/24 l’immunizzazione verrà erogata dal pediatra di libera scelta (PLS) tramite chiamata attiva entro il 15/12/24, o nel caso in cui il PLS non aderisca alla campagna di immunizzazione, dal centro vaccinale di competenza sempre tramite chiamata attiva.

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