Tumore della cervice uterina addio: con vaccini ed esami di prevenzione potrebbe non fare più paura

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18/01/2022

Il carcinoma della cervice uterina potrebbe scomparire del tutto grazie al vaccino contro il Papillomavirus o HPV, che ne è il maggiore responsabile, ma in Italia e nel resto del mondo l'opportunità viene sfruttata ancora troppo poco. Così i numeri di questa neoplasia restano importanti: ogni anno sono 600mila le nuove diagnosi a livello globale e oltre la metà delle donne, circa 340mila, muore. I tassi di mortalità sono particolarmente alti nei paesi a basso reddito, dove sono molto meno diffusi sia i vaccini che lo screening per la diagnosi precoce tramite Pap test e HPV-DNA test, in grado di individuare le lesioni precancerose che possono così essere eliminate prima che evolvano in cancro. Proprio per sensibilizzare sull’importanza della prevenzione, l'associazione ACTO (Alleanza contro il tumore ovarico) ha raccolto l’invito dell'International Gynecological Cancer Society a promuovere per tutto il mese di gennaio una campagna social dedicata a questo tumore.

Il vaccino prima dei 12 anni (ma anche per gli adulti)

Nel nostro Paese il carcinoma della cervice uterina rappresenta ancora oggi il quinto tumore più frequente nelle donne giovani, sotto i 50 anni di età, con circa 2.400 nuove diagnosi registrate ogni anno. Statistiche alla mano, il 99,7% dei casi è provocato da un’infezione persistente da Papillomavirus (Hpv) per il quale esiste un vaccino offerto gratis, in Italia, a maschi e femmine 12enni.  L’infezione da Hp, a trasmissione sessuale, è la condizione necessaria perché a livello del collo uterino inizi un processo di cancerogenesi, anche se la sola infezione non è sufficiente a determinare l’insorgenza di un tumore della cervice. L’infezione da HPV è molto diffusa, mentre il tumore della cervice invasivo è raro, questo perché nella maggior parte dei casi c’è la regressione spontanea dell’infezione. «Con la nostra campagna vogliamo ricordare sia l’importanza dello screening per arrivare a una diagnosi precoce sia della vaccinazione anti HPV soprattutto nella fasce giovanili - sottolinea Nicoletta Cerana, presidente nazione di Acto -. La vaccinazione anti HPV è efficace soprattutto se effettuata prima dell'inizio dell'attività sessuale e quindi del rischio di contagio. La maggior parte delle Regioni italiane prevede poi il pagamento agevolato per altre fasce di età che non rientrano fra quelle a cui viene offerto gratuitamente». Diversi sudi, infatti, dimostrano che ha senso immunizzarsi anche per chi ha un'età fino a 45 anni perché il vaccino monavalente è risultato protettivo anche da verruche genitali e vari tipi di tumori maschili e femminili.

Pap test e Hpv-Dna test per intercettare lesioni precancerose

I controlli di screening per la diagnosi precoce sono in grado d'identificare quelle anomalie che potrebbero portare all'insorgenza di una neoplasia (alterazioni delle cellule del collo dell'utero prima che diventino cancerose). Prevedono il Pap-test, offerto sempre gratuitamente ogni 3 anni alle donne di età compresa tra i 25 e i 30 anni, e il test per l’Hpv-Dna, offerto ogni 5 anni alle donne tra i 30 e i 64 anni. «Se scoperto ai primi stadi questo tipo di cancro può essere curato in modo meno invasivo e con successo, consentendo la guarigione completa delle pazienti — ricorda Cerana —. Oltre al vaccino e ai controlli di screening, che salvano la vita, serve fare attenzione a sintomi come perdite o sanguinamenti anomali non legati al ciclo mestruale, dolori alle pelvi o alla schiena, perdite repentine di peso. In questi casi, meglio parlare sempre con un ginecologo senza temporeggiare troppo. Sul nostro sito web sono disponibili tutte le informazioni importanti sul tumore, su prevenzione, diagnosi e cura e sui centri con maggiore esperienza».Negli ultimi mesi, grazie ai progressi della ricerca, sono state approvate anche nuove terapie per le donne che hanno un tumore della cervice uterina molto difficile da curare: che si ripresenta nonostante le cure, che resiste alle terapie o che è già giunto allo stadio metastatico, diffondendosi in altri organi. Con l'immunoterapia(pembrolizumab e cemiplimab) sono stati ottenuti vantaggi importanti e si è riusciti a prolungare in modo significativo la sopravvivenza delle pazienti.

Fonte: https://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/22_gennaio_18/tumore-cervice-uterina-addio-vaccini-ed-esami-prevenzione-potrebbe-non-fare-piu-paura-c093d588-77ba-11ec-a9be-1848c75062f4.shtml