Il grasso che si trova nelle aree più interne del nostro organismo può avere un ruolo determinante per la comparsa del morbo: ecco quali sono le nuove evidenze scientifiche e come abbassare i rischi.
Il legame tra grasso e cervello era già noto ma adesso si è scoperto un tassello in più verso il terribile morbo di Alzheimer così da poter mettere in campo, nel prossimo futuro, nuove e più importanti misure di prevenzione: chi presenta una maggiore quantità di grasso viscerale è più esposto a questa malattia. ma soprattutto si potrebbe scoprire addirittura 20 anni prima dalla comparsa dei primi sintomi.
Cos’è il grasso viscerale
Innanzitutto va spiegato di cosa si tratta: il grasso viscerale e conosciuto anche con il nome di grasso addominale è quella parte di tessuto adiposo che si trova all’interno della cavità addominale tra gli organi interni e il tronco, in pratica è più in profondità nell’organismo umano. È sicuramente anche un fattore di rischio che predispone anche a malattie cardiovascolari e al diabete ma in questo caso, i ricercatori guidati dalla dottoressa Mahsa Dolatshahi del Mallinckrodt Institute of Radiology (Mir) della Washington University School of Medicine di St. Louis, Stati Uniti, hanno scoperto che maggiori quantità di questo grasso corrispondono a livelli più elevati di amiloide nell’intero cervello.
I risultati dello studio
“Dal nostro studio è stato evidenziato l’importanza della caratterizzazione anatomica del grasso corporeo per il rischio di Alzheimer, laddove la patologia amiloide correlata all’obesità è pienamente spiegata dal grasso viscerale“, hanno spiegato Dolatshahi nel corso del convegno annuale dell’Rsna (Radiological Society of North America). Nella loro ricerca sono stati presi in esame 62 individui sani di età media di 50 anni e sottoposti a risonanza magnetica, Pet cerebrale e una valutazione complessiva del loro metabolismo. Da qui è stato evidenziato che livelli più elevatio di grasso viscerale erano associati a un aumento di amiloide. “La ricerca ha anche mostrato una maggiore resistenza all’insulina e livelli più bassi di lipoproteine ad alta densità (Hdl) associati a un alto livello di amiloide nel cervello”.
Come fare prevenzione
Come avviene per altre malattie, laddove ci sono fattori di rischio modificabili è bene che i soggetti a rischio si adoperino per ridurli al minimo. Nel caso dell’Alzheimer e del grasso viscerale, quindi, è importante che le persone obese o in sovrappeso modifichino il loro stile di vita. “Sapere che l’obesità viscerale influisce negativamente sul cervello apre la possibilità che il trattamento con modifiche dello stile di vita o farmaci appropriati per la perdita di peso potrebbe migliorare il flusso sanguigno cerebrale e potenzialmente ridurre il peso e il rischio di malattia di Alzheimer” ha concluso l’autrice principale dello studio.