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Asma o Bpco? I sintomi possono essere molto simili, ecco come distinguere le due malattie

  • 11 Settembre 2023

Entrambe sono caratterizzate da un’ostruzione delle vie respiratorie, di grado variabile, all’origine di problemi sia cronici sia acuti.

Asma bronchiale e broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) sono tra le più diffuse patologie respiratorie croniche. Sebbene abbiano cause diverse, talvolta si manifestano in modo così simile che può diventare difficile distinguerle, soprattutto quando l’asma è molto grave.

Le caratteristiche tipiche di asma e Bpco

Sia l’asma sia la Bpco sono malattie molto diffuse. Entrambe sono caratterizzate da un’ostruzione delle vie respiratorie, di grado variabile, all’origine di problemi sia cronici sia acuti. Nella Bpco, però, l’ostruzione può diventare irreversibile, con danni permanenti.

«L’asma, sebbene possa assumere contorni e forme anche molto differenti, è sempre caratterizzata da un’ostruzione dei bronchi di grado variabile, ma reversibile, e da un’aumentata sensibilità delle vie respiratorie a vari stimoli, dall’inquinamento dell’aria agli allergeni, con conseguenti difficoltà respiratorie. Nell’asma di solito si alternano fasi di relativo o completo benessere a momenti con problemi respiratori anche molto gravi: gli attacchi di asma. Durante queste crisi, che possono essere improvvise o graduali, peggiorano i sintomi e la funzionalità respiratoria. Respiro sibilante, senso di costrizione toracica, mancanza di fiato e tosse sono i disturbi che più caratterizzano l’attacco» spiega Sergio Harari, direttore dell’Unità operativa di Pneumologia all’Ospedale San Giuseppe MultiMedica di Milano e professore di Medicina interna all’Università Statale di Milano.

La Bpco è anch’essa caratterizzata da un’ostruzione del flusso di aria, che però non è completamente reversibile. «La Bpco è associata a una risposta infiammatoria del polmone a particelle disperse nell’aria e inalate (a partire dal fumo di sigaretta), ha un andamento progressivo e riacutizzazioni più o meno frequenti. Mancanza di fiato e tosse cronica produttiva (con catarro) sono i principali campanelli d’allarme. Altri disturbi meno comuni includono il senso di costrizione toracica e il respiro sibilante» chiarisce Harari.

Gli aspetti distintivi che possono guidare la diagnosi

Sia la diagnosi di asma sia quella della Bpco si basano innanzitutto su un’attenta valutazione dei sintomi e della storia del paziente, che nella maggior parte dei casi offrono il criterio più valido e sicuro per distinguerle. «Di solito l’asma si sviluppa nell’infanzia o nella giovane età, anche se non mancano casi in cui insorge in età più avanzate — continua l’esperto —. La Bpco invece si manifesta tipicamente negli adulti e ancor più negli anziani, soprattutto in fumatori o ex-fumatori. Una storia personale o familiare di asma e/o rinite allergica e dermatite atopica aumenta la probabilità di una diagnosi di asma, mentre una storia personale di tabagismo o esposizione professionale a sostanze nocive fa propendere per la Bpco».

Un’indagine diagnostica che ha un ruolo cruciale per la diagnosi di asma e Bpco è la spirometria, con la quale si misura la quantità di aria espirata e la velocità di espirazione. «Nell’asma la limitazione al flusso di aria è reversibile in modo spontaneo o dopo terapia con farmaci broncodilatatori per via inalatoria a rapida azione, mentre nella Bpco la limitazione non è reversibile o poco reversibile ed è di solito progressiva» puntualizza Harari.

Cure personalizzate per asma e Bpco

«Per la Bpco non esiste un trattamento che permetta di ripristinare la funzionalità respiratoria perduta, ma si può contare su numerose terapie che aiutano a tenere la malattia sotto controllo. La prima indicazione è sempre smettere di fumare» spiega Harari. Poi, a seconda della compromissione respiratoria, si ricorre a diversi farmaci, broncodilatatori e cortisonici in particolare, che vengono somministrati soprattutto per via inalatoria.

«L’asma non è guaribile, ma le terapie sono molto efficaci. Si può contare su numerosi farmaci spesso usati in associazione, che comprendono i cortisonici, i broncodilatatori e gli antileucotrienici. Per le forme più gravi che non rispondo a queste terapie, sono stati sviluppati nuovi farmaci molto efficaci. Si tratta di anticorpi monoclonali, chiamati anche farmaci biologici, che agiscono in modo selettivo sulle cellule o i mediatori dell’infiammazione responsabili dell’asma. Studi recenti stanno prefigurando il possibile impiego dei farmaci biologici anche nella Bpco. Quello che resta fondamentale, sia nell’asma sia nella Bpco, è personalizzare la cura e insegnare ai pazienti ad assumere in modo continuativo e corretto i farmaci, presupposto indispensabile per il successo delle terapie» conclude Harari.

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