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Demenza negli anziani: il Tai Chi alleato contro il decadimento cognitivo

Secondo una ricerca pubblicata su Annals of Internal Medicine, nelle persone con lieve declino cognitivo un programma di Tai Chi «potenziato» fa migliorare funzioni cognitive, memoria, controllo dei movimenti e capacità di risposta a improvvisi cambiamenti (e cadute).

Il Tai Chi (o Tai ji quan) è un’arte marziale cinese che si caratterizza per la lentezza e l’armonia dei movimenti. Che questa disciplina favorisca il rilassamento e l’equilibrio, riducendo il rischio di cadute e migliorando la salute in generale – fisica e psichica -, era già noto. Ora, grazie a un nuovo studio pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine , è stato dimostrato che può mitigare il rischio di demenza, negli anziani con lieve declino cognitivo o di memoria, un programma di Tai Chi «potenziato», preparato appositamente dagli studiosi con esercizi specifici tratti da questa disciplina orientale.

Declino cognitivo lieve e demenza

Il declino cognitivo lieve, che può essere un sintomo precoce di un problema più serio come la demenza, colpisce dal 16 al 20 per cento delle persone con più di 65 anni. Questa condizione può causare problemi di memoria e di pensiero e compromettere prestazioni del cosiddetto “doppio compito”, cioè l’abilità nello svolgere due attività contemporaneamente – per esempio parlare e camminare o avere oggetti in mano – e, di conseguenza, interferire con i compiti complessi della vita quotidiana. Sia il declino cognitivo che la minore abilità a eseguire due compiti simultaneamente sono associati a un rischio più elevato di cadute, aumento dei costi sanitari e anche della mortalità.

Le attuali Linee guida raccomandano l’esercizio fisico per preservare la funzione cognitiva e mitigare il declino cognitivo negli anziani, ma gli effetti benefici del Tai Chi sul miglioramento di questa condizione non erano del tutto noti.

Lo studio

I ricercatori dell’Oregon Research Institute hanno condotto uno studio su più di trecento anziani con lievi deficit cognitivi o problemi di memoria. I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi che si sono esercitati a casa per un’ora due volte a settimana (per 24 settimane) e sono stati seguiti tramite videoconferenza per confrontare l’efficacia degli interventi mirati a migliorare funzioni cognitive e del “doppio compito»: il primo gruppo praticava il Tai Chi standard, il secondo lo stretching, un altro gruppo seguiva un programma di Tai Chi mirato a potenziare le capacità cognitive, in particolare legate al movimento, all’equilibrio e al controllo direzionale. Tutti i partecipanti sono stati valutati attraverso diversi strumenti quali il Montreal Cognitive Assessment (MoCA), la differenza (espressa in percentuale) tra la velocità dell’andatura a seconda se veniva assegnato un singolo compito o due attività, a 24 settimane; in seguito, i ricercatori hanno utilizzato specifici test diagnostici mirati a valutare deficit cognitivi, quali: CDR-SOBC – Clinical Dementia Rating Scale-Sum of Boxes; Trail making test B; DSB-Digit Span Backward e test di prestazione fisica.

Risultati

È stato assegnato un punteggio in base alle abilità di ciascuno e i risultati sono stati valutati a 16 e 24 settimane, poi dopo sei mesi dagli interventi. Ebbene, gli anziani che seguivano il programma terapeutico di Tai Chi potenziato, già dopo 24 settimane mostravano, rispetto agli altri interventi – Ti Chi standard e stretching -, significativi miglioramenti sia a livello cognitivo globale sia nel controllo dei movimenti, della camminata e nella capacità di rispondere a situazioni come improvvisi cambiamenti (e cadute). Gli effetti benefici si sono consolidati a 48 settimane dall’intervento. Secondo i ricercatori, i miglioramenti ottenuti dagli anziani del gruppo che seguiva il programma potenziato di Tai Chi suggeriscono che potrebbe essere adottato per prevenire (o rallentare) il deterioramento cognitivo negli anziani.

Fonte