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Il cioccolato fondente può davvero ridurre il rischio di diabete?

Potrebbero esserci buone ragioni per concedersi del cioccolato fondente: ecco perché può far bene (ma la dosa giusta è un quadratino al giorno).

Probabilmente è troppo bello per essere vero, ma un recente studio pubblicato sul British Medical Journal regala una notizia incoraggiante: mangiare cioccolato fondente è stato associato a un rischio ridotto di sviluppare diabete di tipo 2. Attenzione, la ricerca è di tipo osservazionale, non ha dimostrato che il cioccolato fosse responsabile di questo beneficio per la salute (non è dimostrata la causa-effetto); a rendere meno inclini a sviluppare il diabete potrebbe essere qualcos’altro che mangiano le persone che consumano anche cioccolato fondente (è stata notata una maggiore associazione tra chi segue una dieta sana). «Il cioccolato fondente non dovrebbe essere considerato una “soluzione magica” per prevenire il diabete» avverte il professor Qi Sun, docente di epidemiologia e nutrizione alla Harvard TH Chan School of Public Health e autore principale dello studio. Piuttosto i risultati suggeriscono che un po’ di cioccolato fondente fa parte di una dieta sana.

Che cosa ha scoperto lo studio

I ricercatori hanno iniziato a studiare tre gruppi di professionisti sanitari a partire dalla metà degli anni Ottanta. Ogni quattro anni gli oltre 190 mila partecipanti hanno compilato questionari dettagliati sulla dieta, che chiedevano con quale frequenza consumassero  cioccolato. A partire dal 2006 i ricercatori hanno modificato i questionari per chiedere con quale frequenza i partecipanti mangiassero cioccolato fondente e al latte. I partecipanti allo studio sono stati seguiti per un massimo di 34 anni. In questo periodo circa 19.000 partecipanti hanno sviluppato il diabete di tipo 2. Dopo aver aggiustato i dati tenendo conto di altri aspetti del loro stile di vita come esercizio fisico, consumo di alcol, fumo,  dieta sana in generale, storia familiare di diabete i ricercatori hanno scoperto che le persone che consumavano almeno cinque porzioni a settimana di qualsiasi tipo di cioccolato avevano un rischio inferiore del 10% di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto a coloro che mangiavano raramente cioccolato o non lo mangiavano mai.

Quando i ricercatori hanno analizzato più approfonditamente i dati su 112 mila persone che hanno fornito dettagli sui tipi di cioccolato consumati , i ricercatori hanno osservato un risultato ancora più sorprendente: coloro che consumavano almeno cinque porzioni di cioccolato fondente a settimana avevano un rischio inferiore del 21% di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto a coloro che consumavano cioccolato fondente meno di una volta al mese.

I partecipanti che hanno consumato cioccolato al latte, come ha evidenziato questa seconda analisi, non erano protetti dal diabete di tipo 2: avevano piuttosto maggiori probabilità di aumentare di peso durante lo studio.

I limiti dello studio

«Sebbene lo studio sia ampio e ben progettato, come tutti gli studi osservazionali non è stato in grado di dimostrare un rapporto causa-effetto tra consumo di cioccolato fondente e prevenzione del diabete di tipo 2» ha detto al New York Times la dottoressa Susan Spratt, endocrinologa e nutrizionista alla Duke University School of Medicine. «Lo studio evidenzia un effetto di correlazione e non di causazione: chi mangia cioccolato nero ha in generale uno stile di vita più attento alla salute» concorda Stefano Erzegovesi, medico psichiatra e nutrizionista. È dunque possibile che nello studio le persone consumatrici di cioccolato fondente potessero essere più sane per altri motivi: forse facevano più esercizio fisico, seguivano una dieta più sana o andavano più spesso dal medico quando ne avevano bisogno.

Anche se i ricercatori hanno tenuto conto di molti fattori correlati alla dieta, stile di vita, ricchezza, dimostrare che mangiare il cioccolato fondente previene il diabete di tipo 2 richiederebbe una sperimentazione clinica su un ampio gruppo di persone: a metà di loro bisognerebbe «somministrare» cioccolato fondente, all’altra metà cioccolato al latte e seguirle per decenni: un esperimento irrealistico e costoso per indagare il legame di un singolo alimento e una malattia cronica come il diabete.

I benefici del cioccolato fondente: il ruolo dei flavonoidi

Ma perché allora dallo studio sono emersi questi risultati? Come si possono spiegare? «Il cioccolato fondente e quello al latte hanno quantità simili di calorie, zuccheri e grassi saturi – ipotizza il primo autore, professor Qi Sun – ma il ciccolato fondente contiene più cacao, e questo potrebbe essere la chiave dei suoi benefici per la salute. Il cacao è un estratto di fave ricco di fibre e composti vegetali benefici chiamati flavonoidi. Molte ricerche suggeriscono che i flavonoidi hanno effetti antiossidanti e antinfiammatori e potrebbero contribuire a mantenere liberi i vasi sanguigni e questo potrebbe spiegare i benefici del cacao per la salute. Alcuni piccoli studi clinici suggeriscono come il consumo di cioccolato fondente o cacao possa ridurre la pressione sanguigna e  migliorare la sensibilità e la resistenza all’insulina, entrambi fattori che influenzano il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.

Il flop degli integratori

Non tutti gli studi hanno riscontrato effetti benefici e alcuni hanno utilizzato integratori di cacao concentrato che contengono più flavonoidi di una tipica barretta di cioccolato fondente. «Gli integratori a base di flavonoli concentrati da cacao non sono efficaci – sottolinea Stefano Erzegovesi – e questo è un esempio in più dell’effetto sinergico dei cibi naturali: noi parliamo di flavonoli, ma l’effetto del cacao può essere collegato ad un altro migliaio di micronutrienti sinergici, che magari non sono ancora stati scoperti».

Quale e quanto cioccolato fondente si può mangiare

«Per il cioccolato – riflette Erzegovesi –  così come per il caffé (sono “parenti” per quanto riguarda il tipo di flavoinodi che contengono e, non a caso, sono entrambi molto amari), vale il detto di Paracelso “è la dose che fa il veleno”: a basso dosaggio prevale il valore degli antiossidanti, quindi l’effetto benefico; ad alto dosaggio prevalgono invece sostanze che, in eccesso, non fanno bene alla salute: caffeina per il caffé, zucchero e grassi saturi per il cioccolato».

Il cioccolato fondente può fare parte di una dieta sana, ma è meglio scegliere una varietà con almeno il 70% di cacao: «È un giusto compromesso tra tanti flavonoidi, ma non troppo amari come nel 90%, e pochi zuccheri» dice Erzegovesi.  Una golosità che fa bene (naturalmente senza esagerare) sono le noci ricoperte di cioccolato fondente, dal momento che le noci contengono anche fitonutrienti, grassi sani e fibre. La dose giusta? «Dieci grammi al giorno – raccomanda il nutrizionista Erzgovesi – che equivalgono a due quadratini piccoli o a un quadratino grande».

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